Passeggiando per il centro storico di Vico Equense, a pochi metri dalla trecentesca chiesa della SS. Annunziata, in via XI Febbraio, si intravede la mole del Castello Giusso, struttura difensiva di epoca angioina. La costruzione merlata, colorata di un rosa salmone molto intenso, è il risultato della ristrutturazione ottocentesca, compiuta da Luigi Giusso, ultimo acquirente di nobili origini che ha dato il nome a quell’antico maniero. Del primitivo fabbricato, risalente all’ultimo quarto del XIII secolo, resta soltanto quella parte di cortina muraria che, insieme ad un’ampia terrazza, poggia su uno sperone di roccia rivolto verso il golfo di Napoli.
La tradizione vuole che il castello fosse sorto per volere di Carlo II d’Angiò con il duplice scopo di difendere la cittadina da eventuali attacchi via mare e di usare la fortezza come residenza estiva. È più probabile, invece, che sia stato Sparano di Bari, allora feudatario di Vico, a far edificare il bastione secondo le consuete norme di ingegneria militare. Tuttavia è il re angioino a sostenere una parte delle spese per il completamento dell’opera, terminata alla fine degli anni ottanta del Duecento.
Nel XV secolo l’impianto originario viene dotato di tre torri, di cui la centrale era detta «Torre Mastra», di un fossato e di un ponte d’accesso; nel XVI secolo due torri vengono abbattute e viene costruito il palazzo baronale; nel XVII secolo viene portato avanti il restauro, iniziato un secolo prima, della parte angioina del castello.
Ferrante Carafa arricchì il giardino di grotte artificiali, fontane e giochi d’acqua; Matteo di Capua, agli inizi del Seicento, ornò le sale interne con preziosi arredi e inserì nella pianta del giardino alcuni locali per sistemare la sua collezione di statue e dipinti, sfortunatamente dispersa.
Con ogni probabilità, invece, la decorazione ad affresco dei saloni (il Salone delle Armi e la Sala dei Ventagli) e della piccola cappella privata si deve a Luigi Giusso, ambasciatore del Regno che nel 1822 comprò il castello per quattrocentomila ducati, e al figlio Girolamo. La cappella, dedicata a Santa Maria della Stella, ricorda nell’intitolazione una precedente chiesetta servita dai padri benedettini, primi proprietari del terreno dove si scelse di erigere il maniero.
Molte le nobili famiglie che hanno abitato il castello, al cui interno, il 21 luglio 1788, morì il giurista napoletano Gaetano Filangieri.
Curiosità: secondo la leggenda il castello Giusso sarebbe infestato dallo spirito della Regina Giovanna I d’Angiò. Sembra che la sovrana, il cui fantasma vaga ancora tra le meravigliose stanze del castello, amasse uccidere i propri amanti dopo esserci andata a letto…
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