Mar Rosso? Caraibi? No, è Vico Equense!
E’ il Banco di Santa Croce, una particolarissima secca nelle acque vicane che ospita il rarissimo corallo rosso.
Un angolo di Paradiso invidiatoci in tutto il mondo.
Il Banco di Santa Croce è costituito da una serie di scogli segnalati da una grossa boa gialla, che si trova a
circa 700 metri al largo della costa di Vico Equense, proprio all’inizio della nostra bellissima Penisola Sorrentina, di fronte al famoso stabilimento balneare “Bikini”. Più che una vera “secca”, il Banco è un piccolo arcipelago sommerso, formato da sette scogli calcarei che emergono per diversi metri dal fondale sabbioso circostante e formano un insieme pressappoco circolare.
La sommità di questi “panettoni rocciosi” si trova ad una profondità variabile tra i 10 e i 45 metri, mentre le loro pareti, più o meno scoscese a seconda dei versanti, in alcuni casi sprofondano sino ad oltre 60 metri.
Le immersioni in questo sito offrono degli scenari mozzafiato: sembra di visitare una foresta sommersa popolata da gorgonie e margherite di mare, con una miriade di alghe, spugne e coralli aggrappati sugli scogli. L’acqua ricca di plancton, fa sì che sul Banco vi sia una fauna abbondantissima e varia, con numerosi pesci, crostacei e molluschi di ogni specie, che danno vita ad un ambiente dal fascino esotico che trova pochi eguali in tutto il Mediterraneo.
Se vogliamo, il Banco di Santa Croce costituisce una sorta di paradosso, perché la sua esistenza è strettamente connessa allo sversamento a mare dei reflui del fiume Sarno, la cui foce dista appena quattro chilometri, tristemente noto per essere il fiume più inquinato d’Europa. Secondo i dati scientifici raccolti, in ricerche fatte alla fine degli anni novanta e nel primo decennio del duemila, sarebbe proprio la grande quantità di sostanza organica apportata dal fiume ad alimentare il complesso sistema ecologico del Banco di Santa Croce.
Data la vicinanza alla costa del Golfo di Napoli e alla foce del Sarno, spesso la visibilità dell’acqua nei primi 6-7 metri sotto la superficie è molto scarsa, ma basta scendere al di sotto di questa specie di “tappo” perché l’acqua diventi limpidissima e si apra davanti agli occhi dei subacquei uno scenario che lascia senza fiato.
Commenti post (0)