In mezzo al Pacifico, in Micronesia, sorge un atollo grande meno di 2 km2 composto da due isolette: una di queste si chiama Pingelap, e la sua esistenza non farebbe grande notizia se non fosse per un tifone che 250 anni fa uccise il 90% della popolazione. Da allora, a causa di una deriva genetica detta effetto collo di bottiglia, circa il 10% dei pingelapesi soffre di daltonismo totale e vive una vita in bianco e nero.
Colpa del re. Era il 1775 quando un tifone colpì l’isola di Pingelap, lasciando appena 20 sopravvissuti. Uno di questi era il re Mwahuele, che sembra avesse un gene recessivo che causava totale acromatopsia (l’incapacità di vedere qualunque colore). «Mwahuele ebbe sette figli da tre mogli, uno dei quali sposò poi una cugina», si legge su uno studio del 1972. «La spiegazione più probabile è che il gene fosse presente ma raro prima del tifone Lengkieki, e che sia stato trasmesso per caso da Mwahuele ad alcuni dei pochi sopravvissuti»
Malattia rara. Normalmente questo raro difetto della retina colpisce una persona ogni 30.000: a differenza del daltonismo parziale, che riduce la capacità di percepire i colori (principalmente il verde e il rosso) dell’8% degli uomini e dello 0,5% delle donne nel mondo, l’acromatopsia impedisce a chi ne è affetto di vedere altri colori al di fuori del bianco, il nero e il grigio. Questa rara malattia può inoltre rendere meno nitida la visione, causare movimenti involontari degli occhi ed eccessiva sensibilità alla luce – un’invalidità, quest’ultima, testimoniata da un pescatore dell’isola: «È difficile per me stare fuori di giorno, perché quando c’è il sole non vedo nulla e non posso fare il mio lavoro», raccontava nel 2015 alla BBC, spiegando che per questo pescava di notte.
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