Napoli City Music: oltre 100 player internazionali della musica a Napoli, dai produttori di Beyoncé a quelli dei Rolling Stones. Da martedì a giovedì Napoli ospita il gotha della musica mondiale per un summit delle società di diritti musicali. L’incontro a porte chiuse all’hotel Oriente vedrà protagoniste 110 tra major e indipendenti, le principali associazioni di categoria e gli organismi di gestione collettiva con delegati da tutto il mondo, dall’Australia agli Usa.
La tre giorni, con tanto di puntata di alcuni ospiti allo stadio Maradona per Napoli-Empoli, è coordinata da Ferdinando Tozzi, delegato del sindaco Manfredi per l’industria dell’audiovisivo e musicale. E il primo cittadino commenta: “L’incontro delle case discografiche di tutto il mondo a Napoli rappresenta la conferma della strategia messa in campo: la nostra città sempre più non solo palcoscenico ideale ma anche capitale dell’industria legata al mondo della musica”. Il percorso è quello di Napoli Music City, Napoli capitale della musica come Milano, Berlino, New York, New Orleans e Chicago. Agli eventi degli ultimi mesi dalla Festa della Musica 2022, Ecofest 2022, fino a Piano City Napoli 2022 e La Notte della Tammorra, si affianca dal 7 al 10 dicembre “Napoli World”, festival della World Music che invaderà i Quartieri Spagnoli con showcase e live, in platea i più grandi direttori dei festival dei Sud mondo.
E intanto, le più grandi major a Napoli provano a gettare le basi per fare economia attraverso la musica. In prima fila Sony, Universal e Warner con la Fimi, rappresentata dal presidente Enzo Mazza. Incontro porte aperte domani dalle 9.30 a Palazzo Cavalcanti all’Ufficio Musica del Comune con la masterclass “La gestione dei diritti connessi”. Con Tozzi intervengono Mariano Fiorito e Francesco Cusolito, rispettivamente direttore e responsabile commerciale della Scf, società che gestisce e tutela i diritti della registrazione discografica.
“Il summit – spiega Tozzi – conferma che Napoli sta diventando centro della musica non più solo come storica fucina di centinaia di talenti, ma anche come luogo per l’accoglienza, per incrociare la domanda e l’offerta dell’industria musicale. Altrimenti continuiamo ad avere tantissimi artisti ma poi manca lo sblocco imprenditoriale. Stiamo lavorando a un evento fisso per la musica tradizionale e nuovi spazi per la musica dal vivo. L’auspicio è anche che le major aprano una loro succursale a Napoli che significa creazione di posti di lavoro”.
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