“Spalletti è pronto per lo scudetto” Antonio Di Gennaro, commentatore Rai, è intervenuto quest’oggi a Febbre a 90, in onda su Vikonos Web Radio/Tv. Ecco le sue dichiarazioni:
“Dopo il ko col Milan nello scontro diretto nel Napoli era subentrato un po’ di scoramento, poi le vittorie con Verona ed Udinese avevano rimesso le cose a posto ma c’era l’incognita Bergamo. Il campo dell’Atalanta è ostico, la squadra di livello, dopo 15′ di buona Atalanta il Napoli ha saputo giocare bene ed ha vinto con merito. Spalletti ha gestito le assenze, non si è mai pianto addosso, vediamo stasera il Milan cosa farà con il Bologna, ad oggi anche i rossoneri hanno espresso un livello di gioco importante.
La vittoria degli azzurri è importante anche perché arrivata con le cosiddette “seconde linee”, il che vuol dire che Luciano tiene tutti in considerazione, il Napoli ha saputo giocare anche in contropiede e nel calcio ci sono momenti in cui bisogna sapere vincere le partite anche diversamente rispetto al proprio gioco abituale. Quest’anno il campionato è equilibrato ed è molto più bello, per noi che commentiamo, prendere Spalletti è stato un segnale interessante anche da parte della società, lui ha sempre fatto bene ma in Italia non ha vinto lo scudetto, ora è pronto per farlo.
Cosa manca al Napoli ora per vincere? Direi che bisogna migliorare nei confronti con le grandi. Le prossime due saranno indicative, anche se non si tratta proprio di scontri diretti: Fiorentina e Roma saranno due step molto indicativi, anche perché per ora tra Napoli e Milan la differenza la fa proprio il ko subito contro i rossoneri al Maradona.
Due Mondiali di fila senza l’Italia? Uno smacco, ripartiamo da Mancini che al di là della delusione ha vinto un Europeo, anche cambiando filosofia di gioco, le avvisaglia le avevamo avute già a settembre con la Bulgaria. Ora è dura ripartire, la base però c’è, dopo lo spareggio di quattro anni fa con la Svezia magari no. I giovani? Vanno fatti giocare, nelle grandi squadre e soprattutto in Europa dove possono migliorare il proprio livello di competitività, ci sono tanti stranieri a volte non all’altezza. Faccio un nome: Scamacca, attaccante forte, ma se va all’Inter o in un’altra grande società, giocherà mai titolare? Ecco il problema: i grandi club non prestano attaccanti forti alla Nazionale”.
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