“L’eliminazione ha radici profonde”. Delio Rossi è intervenuto quest’oggi a Febbre a 90, su Vikonos Web Radio/Tv. Ecco le sue dichiarazioni:
“Non partecipare ai prossimi Mondiali è un vero peccato, mi dispiace molto, siamo italiani ma è il verdetto del campo. Secondo me l’eliminazione dell’Italia parte da lontano, con la vittoria del 2006 le altre Nazioni hanno preso atto della situazione e hanno fatto benissimo soprattutto a livello giovanile, noi siamo andati avanti e giustamente paghiamo il risultato. Speriamo che da una delusione del genere si possano fare buone cose. L’insuccesso ha radici profonde.
In Italia il discorso di questi anni è stato figlio di una programmazione miope, chi ha preso le decisioni ha pensato solo all’immediato ed è andato incontro a certe situazioni: è la strategia che fa il risultato, non il contrario. D’altro canto, la Nazionale è figlia anche delle squadre di club: mentre prima portavamo le squadre nelle finali, non vinciamo più nulla dal 2010 e continuiamo a dire che il nostro è il miglior calcio. Si vuole trovare il colpevole ma poi non è così che si risolve il problema.
Serie A a 18 squadre, due gironi in serie B e il resto semi-pro
“La prima cosa da fare è ridurre le squadre professioniste, non possiamo permetterci 20 squadre in A e B, la C così com’è strutturata non serve a nulla. Un serie A a 18 squadre sarebbe meglio, bisogna ridurre gli impegni ed elevare il nostro modo qualitativo di giocare. Una B da due gironi da 18-20 squadre, e gli altri semi-pro come un tempo: sarebbe bello puntare sul bacino d’utenza, squadre e città come Foggia, Bari, Palermo, non possono stare in C. Necessaria, poi, una ristrutturazione a livello giovanile, costruire centri giovanili in Federazione, il Campionato Primavera non serve a nulla, bisognerebbe creare un campi0nato Under 23 dove i nostri giovani possano confrontarsi seriamente.
Al giorno d’oggi funziona pressappoco così: i ragazzi vanno alle 7 di mattina a scuola, poi arrivano in campo alle 16.30 e tornano a casa con il buio. Si allenano praticamente un’ora, dopodiché non giocano più. Se ci fosse un centro federale, dopo la scuola starebbero ad allenarsi ancora e al sabato, o alla domenica, andrebbero in campo a confrontarsi seriamente con i loro pari età.
Bisogna partire dalle radici del problema, anche il Decreto Crescita a cosa è servito? Si spendono meno soldi per gli stranieri, nei settori giovanili gli istruttori prendono stipendi da 400, 500 euro, alla fine sono costretti a trovare un altro lavoro e giustamente non dedicano tempo alle loro passioni. Se ci fossero salari adeguati, sarebbe tutto differente. Si perde tempo acquistando giocatori che in serie A su 5 cross dal fondo, ne sbagliano 4… Giocatori buoni con lacune tecniche enormi, che puoi colmare fino ad una certa età.
La lotta scudetto? Il prossimo turno mette di fronte Atalanta-Napoli e Juve-Inter, siamo nella fase clou. D’altro canto, i campionati si vincono ad aprile, vediamo chi arriva meglio, contano nervi saldi e condizione fisica. Tutto è ancora da decidere, fermo restando che chi è davanti è certamente avvantaggiato”.
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